Südtirol. Piccolo manuale di sopravvivenza

Lasciare la città, gli amici, la vita mondana, gli spaghetti alla carbonara e trasferirsi per un anno in un'estrema provincia d'Italia che non è proprio Italia, dove si parla un tedesco che non è proprio tedesco, dove tutti praticano assiduamente sport che non sono proprio sport. Per una romana d'adozione come Erica Giopp l'Alto Adige, anzi il Südtirol, è una montagna da scalare, e non solo metaforicamente, una terra aliena da scoprire tra bizzarri equivoci, sentimenti contrastanti e odori forti. Un vivace e divertente manuale di sopravvivenza per 'nuovi montanari' e per tutti coloro che accettano la più ardua delle sfide: trascorrere un anno in Südtirol e decidere, nonostante tutto, di rimanervi. » l'Alto Adige dal punto di vista di un nuovo arrivato » consigli utili per i vacanzieri » divertente, informativo, affettuoso

Erica Giopp, nata a Pieve di Cadore nelle Dolomiti, ha studiato Lingue orientali e successivamente lavorato per un tour operator cinese, vivendo tra Roma e Pechino. Nel 2016 si è licenziata e per un anno ha viaggiato intorno al mondo di porto in porto, chiedendo passaggi alle barche in transito. Un'esperienza che racconta in Un anno in Barcastop (Alpine Studio, 2019), libro che si è aggiudicato il Premio Gambrinus per la letteratura di viaggio. Al rientro in Italia è tornata a operare nel settore turistico come libera professionista, iscrivendosi a un corso per Wanderleiter in Südtirol con l'obiettivo di portare i cinesi sulle Dolomiti. Con la pandemia di Covid si è ritrovata a frequentare assiduamente l'Alto Adige e ha iniziato così a lavorare per l'azienda di suo nonno in Val Pusteria, dedicandosi allo studio delle energie rinnovabili. Si è messa quindi a studiare il tedesco e poi il dialetto sudtirolese, a scalare e a fare sci alpinismo, a contemplare i canederli nella sua dieta e a bere Radler.

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